sabato 20 marzo 2010

Compassione


Dal latino "cum passio" indica "soffrire insieme" a differenza della pietà, che indica un dislivello tra chi soffre e chi aiuta, la compassione comporta una simbiosi tra le persone, un "sentire insieme", provare le stesse emozioni e sensazioni.
Spesso questo termine viene usato con una connotazione negativa ignorando, invece, il vero significato etimologico. Riuscire a cogliere la forza di questo sentimento, la gioia che si prova nell'aiutare gli altri è alla base per comprendere l'animo di tante persone che nel tempo libero o come professione scelgono di stravolgere le giornate dei pazienti in ospedale.
Così partendo da questa disgressione voglio raccontarvi come si diviene un clown-dottore.
Prima di tutto vorrei sfatare un mito!
Spesso si pensa che basti un po' di allegria e un pizzico di fantasia e il gioco è fatto. Sicuramente questo non deve mancare ma l'iter per diventare dei veri clown-dottori è lungo e non privo di difficoltà.
Inizialmente bisogna seguire un corso di diverse ore che varia in base all'associazione che l'organizza. Questo comprende l'acquisizione di alcune nozioni fondamentali di gelotologia (scienza che studia gli effetti del ridere e i suoi effetti terapeutici), di psicologia, di clownerie.
Infatti bisogna essere dei veri e propri clown che conoscono i trucchi del mestiere e migliaia di gags oltre a conoscere gli stati d'animo che un ospedale può creare specialmente nei bambini.
Alla fine del corso comincia l'affiancamento con un clown-dottore "anziano", generalmente avviene in coppia, non di più, perchè è importante istaurare col paziente un rapporto diretto, faccia a faccia.
Infatti il bambino non deve essere un semplice spettatore ma interagisce con loro, diventa parte della gags, diviene il centro della scena non più con la malattia ma con la sua fantasia, con la sua gioia.
Ogni incontro viene pianificato nei minimi dettagli, nulla è al caso. Naturalmente l'improvvisazione può subentrare in un secondo momento l'importante è non incorrere in quegli errori che anziché aiutare il "piccolo paziente" peggiorano la situazione. Tutto ciò per un unico scopo: far ridere!
Far dimenticare per un attimo il luogo triste e freddo dell'ospedale, alleviare le paure e l'ansia di analisi ed esami, alleggerire l'atmosfera nelle sale d'attesa spesso piene di bambini spaventati e genitori preoccupati, questa è la missione.
Non è semplice ma richiede impegno e tanto coraggio per non abbattersi, per resistere davanti a tante situazioni purtroppo tristi e scoraggianti quando sorridere sembra così difficile.

Un segreto però c'è: la vera forza sono i bambini stessi!
Sono loro che ti stupiscono, non comprendono perchè tante persone sono tristi quando sono malate, bastano le bolle di sapone per dimenticare il dolore.
Spero di essere riuscita a trasmettervi l'ammirazione e la gratitudine verso persone normali che scelgono di fare qualcosa di speciale..

1 commento:

  1. ahah i ragazzi-clown che sono venuti mercoledì nella lezione di informatica hanno sfatato il tuo post! ^^ Io e un'altra ragazza proviamo... perchè non ti unisci a noi? Visto che c'hai fatto pure il blog.... :D buona pasqua!

    RispondiElimina